Intervista a Giuseppe, volontario RTM in Albania del nord.
29 gennaio 2016
Giuseppe, è bello rivederti qui a RTM: spiega a chi legge perché sei qua!
Sono rientrato dopo un anno di servizio in Albania per fare punto su attività e andamento del progetto eper organizzare l’anno che viene. Parte un nuovo progetto da quest’anno che seguirò: WOMEN, Women Of the Mountains Empowerment Network, che si occupa di rafforzare il ruolo delle piccole organizzazioni di donne nelle aree montane promuovendone lo sviluppo socio-economico. Era quindi necessaria un settimana di formazione per definire le cose che mi impegneranno nei prossimi mesi. Fino ad oggi in Albania ho lavorato su un progetto di sviluppo agricolo che prevede supporto a un buon numero di famiglie di allevatori attraverso miglioramenti sia strutturali che di accompagnamento e formazione (come organizzare la stalla all’interno, come usare registri trattamenti medicinali…). Rimarrò impegnato in Albania per altri due anni come responsabile del nuovo progetto.
Come è stato tornare qua in sede anche se per poco?
Tornare a Reggio in sede è stato molto bello: stiamo cercando di strutturare un ufficio in Albania ed essere qua contutti quelli di RTM per me è molto importante. L’anno scorso, con la formazione, ho creato una base di conoscenza personale ed umana. Ora, dopo un anno in cui ho imparato tante cose, è bello ritrovarsi e passare una settimana insieme.
Cosa dicono la tua famiglia e gli amici?
Ho rivistola mia famiglia a Natale per dieci giorni ed è stato bello perché non è stato un incontro fugace ma sono riuscito con calma a vedere tutti. I miei amici sentendomi parlare hanno capito che ho trovato me stesso, che questa esperienza sembra fatta apposta x me…sono tutti contenti per me. Ovviamente sentono la mia mancanza però hanno capito che per me sono anni importanti.
Come è stata la tua esperienza fino ad ora?
È stata positiva: dopo sei-sette mesi ho capito che volevo rimanere e proseguire e che stavo solo iniziando a conoscere i beneficiari e gli allevatori e anche capire come muoverti nel progetto. Ci vuole tempo per entrare in profondità nel progetto che stai seguendo.
La difficoltà più grande incontrata in Albania?
Un po’ l’equilibrio da trovare tra l’essere stranieri e il rispettare la cultura del posto. In Albania c’è un grande senso di accoglienza e ospitalità, però bisogna capire la misura delle cose. Bisogna avere rispetto del paese e nel provare a trasmettere certe impostazioni e approcci diversi ci vuole attenzione e riguardo: inevitabilmente le tue idee sono straniere, vengono da fuori e ci vuole equilibrio nel farlo
Il ricordo più bello?
Ce ne sono vari, e quasi tutti sono all’aria aperta. Per esempio la settimana in cui è venuto Corrado il veterinario: è stato bello portare una persona che rappresentava RTM ai beneficiari: tutti quelli che l’hanno incontrato l’hanno sentito come uno di loro e per questo è stata una settimana molto bella e molto intensa sia per scambio di conoscenze che di esperienze e racconti divertenti.
Cosa significa per te essere un volontario internazionale? Cosa ti ha spinto a partire?
È un impegno. Come contributo personale uno prova a mettersi in gioco con tutto se stesso, però le cose veramente importanti, gli interventi e lo sviluppo delle aziende, delle famiglie e degli animali dipende dai beneficiari. Un volontario dà il massimo e si rende conto che non si è protagonisti. Lo si fa per gli altri. L’ascolto, quello che ho imparato con Corrado, è stata una lezione: andare nei posti non per dare risposte ma per ascoltare quello che sanno e dico noi beneficiari. Per trovare la strada insieme.
Grazie di cuore Giuseppe.
Ci sentiamo via mail!!!
In bocca al lupo e buon viaggio,
Francesca