Kosovo, Volontariato

DUE NUOVE VOLONTARIE IN KOSOVO

Arbesa e Valentina  sono arrivate a Pristina! Eccovi la loro presentazione

ARBESA HAJDARI

Ciao!
Mi chiamo Arbesa Hajdari, ho 22 anni e a breve mi laurererò alla triennale di scienze politiche. Il mio nome un po’ complicato deriva dalle origine dei mie genitori, nati e cresciuti in Kosovo. Io invece sono nata in Svezia, primo stato in cui i miei genitori hanno provato a trovare rifugio mentre scappavano dalla guerra scoppiata nella loro patria. Dopodiché sono arrivati in Italia dove sono cresciuta e mi sono formata.
Non pratico sport quindi ho spesso tanto tempo libero che lo dedico tra amicizie, famiglia, passeggiate solitarie e al mio unico piccolo hobby:  disegnare. Venuta qui in Italia quando ero piccolissima con due genitori che non sapevano una parola, nella mia testa si era creata tanta confusione tra la lingua che si parlava a casa (l’albanese) e quella invece che si parlava a scuola (l’italiano). Ho avuto tante difficoltà ad esprimermi e quindi a farmi capire. Fortunatamente avevo il mio modo di dire la mia, ovvero tramite un foglio e una matita. Disegnavo se avevo bisogno un bicchiere d’acqua oppure un aiuto con i compiti. Grazie alla logopedista presto sono riuscita a risolvere la parte della comunicazione ma non ho mai abbandonato il disegno che ormai era diventata mia passione e porto sicuro nei momenti no. Questo breve aneddoto credo che possa riassumere al meglio chi sono e cosa rappresento.
Oltre al disegno, appunto, dedico parte del mio tempo alla famiglia. Mi sono sempre sentita fortunata ad avere due culture e tradizioni così diverse ma allo stesso tempo affascinanti. Vivendo gran parte della mia vita in Italia però, ho avuto il bisogno di andare a riprendere e rivisitare la “casa” di mamma e papà. Per questo motivo appena ho saputo del bando di servizio civile in Kosovo non ho avuto esitazioni nel mandare la richiesta.
Ho deciso inoltre di affrontare questa esperienza del servizio civile per mettermi alla prova. Non ho avuto mai l’opportunità di vivere da sola e quindi sperimentare la mia indipendenza.
Perciò ho deciso di cogliere questa occasione e crescere dal punto di vista personale ma intanto arricchirmi anche dal punto di vista professionale. Infatti il progetto che andrò ad affrontare lo trovo tanto in linea con il percorso di studi che ho fatto. Spero di fare del mio meglio nella realizzazione degli obiettivi preposti dal progetto mettendo a disposizione anche la mia conoscenza della lingua albanese.
In conclusione non vedo l’ora di iniziare questa mia piccola avventura e soprattutto sono curiosa di come andrà a finire.

VALENTINA FEDERICO

Mi chiamo Valentina e vengo da Carrara, una piccola provincia a cavallo tra Toscana e Liguria, famosa per il lardo e per il marmo bianco.
Sono una millennial e appartengo a pieno titolo alla “generazione Erasmus”: il tema del viaggio e dell’incontro interculturale è parte di me, così come la tensione verso una società più equa e sostenibile.
Tra pochi giorni partirò per Pristina, capitale del Kosovo. Sono fortunata ad avere la possibilità di fare esperienza di un paese giovane e complesso, punto di riferimento occidentale in terra balcanica, teatro di tensioni latenti e di festival di musica pop.
Per me si tratterà di un ritorno nella regione, forse perché, come dicono i Dubioza Kolektiv, non si può mai fuggire del tutto dai Balcani.
L’Albania infatti ha definito un passaggio importante della mia vita: nel 2019 sono stata volontaria in servizio civile per l’Associazione Papa Giovanni XXIII e ho trascorso nove mesi in una delle case famiglia gestite dalla Comunità, a Scutari, tra le montagne e i laghi nel nord del paese.
È stato un periodo intenso e formativo, ho lavorato e vissuto a contatto con persone ordinarie e uniche e sono tornata a casa con nuove storie e con la consapevolezza che il tempo sia ciò che di più prezioso possiamo donare.
Riordinati i pensieri, decido di continuare il percorso della cooperazione internazionale, dunque mi sposto a Milano, per frequentare il master offerto da ISPI.
Man mano che aumentano le mie conoscenze tecniche sul funzionamento dei progetti, si moltiplicano le riflessioni relative al senso di questa professione e alle sue contraddizioni.
Al momento di propormi per un tirocinio, mi scopro fortemente allineata con il modo di agire di RTM, l’importanza che riserva alla volontà dei locali e la sua concezione dell’aiuto: un impulso che può generare miglioramenti solo se scelto, accolto e interpretato da chi vive nel contesto d’intervento.
Nei prossimi tre mesi parteciperò alle attività finali del progetto PEDAKOS, che opera nell’ambito dell’educazione prescolare. Mi occuperò di supporto al monitoraggio e alle azioni di comunicazione e disseminazione, che spero possano dare visibilità e potenzialità replicative a un progetto di cui riconosco il grande valore.

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