Matteo e Giulia sono arrivati a Pristina per il loro anno di Servizio Civile! Eccovi la loro presentazione
MATTEO VEGEZZI
Salve!
Mi chiamo Matteo e tra meno di una settimana atterrerò, insieme a Giulia, a Prishtina la capitale del Kosovo.
Prima dei dettagli, qualche informazione su di me.
Sono nato 26 anni fa a Crema, pittoresca città della bassa Lombardia nota ai più per questioni cinematografiche correlate al regista Guadagnino.
Nei primi 18 anni di vita mi sono appassionato alla Fisica, alla pallacanestro e alla pratica di ballo scoordinato.
La prima passione mi ha portato ad iscrivermi alla facoltà d’Ingegneria.
Al di fuori delle mura del Politecnico, ho scoperto una quarta passione: il volontariato.
Questo interesse mi ha portato invece ad allenare una squadra di Basket Inclusivo e a sviluppare una marcata dipendenza dallo scoutismo, che ho timidamente approcciato all’età di 8 anni e che ho salutato a malincuore solo l’anno scorso.
Negli stessi anni durante una chiacchierata con un amico davanti a una birra scopro la possibilità di portare i propri piedi fuori dai luoghi comuni e grazie a questa spinta nel 2016 lascio Crema per un’esperienza di volontariato internazionale nella città di Gjakovë/Đakovica in Kosovo.
Dopo qualche estate nella Piana dei Merli scelgo di candidarmi per il Servizio Civile attratto dalla possibilità di approfondire il mio legame col Kosovo e incuriosito dal progetto condotto da RTM.
Ed eccomi qua, agli sgoccioli della formazione ad un respiro dalla partenza.
Il progetto per il quale presterò servizio è un’iniziativa di sviluppo, promozione, prevenzione e consorzio della Via Dinarica: sentiero di 150 km che si snoda tra le montagne del Kosovo occidentale attraversando le municipalità di Pejë/Peć, Deçan/Dečani e Junik. Questo sentiero regala panorami mozzafiato e incontri con persone e storie tradizionali.
Al primo passo di questo percorso la vista della montagna di esperienze e avventure che mi aspetta affascina e provoca anche un po’ di paura in forma di solletico sotto ai piedi: con serietà ed entusiasmo stringo forte i lacci degli scarponi e intraprendo la strada.
GIULIA CORVI
Respiro,
Sul finire di queste due settimane di formazione trascorse a Reggio Emilia, intense e rigeneranti, come il caffè mattutino condiviso con i compagni appena incontrati o come il profumo dello stesso che ci avvolgerà nei Balcani da qui ad una settimana.
La destinazione che accoglierà me e Matteo in questo anno di Servizio Civile sarà il Kosovo. Mi chiamo Giulia, ho 26 anni e arrivo dalle rustiche campagne del basso lodigiano, più precisamente da una piccola frazione di Cavacurta i cui echi, profumi e fotogrammi fanno da sfondo ad ogni mio nuovo cammino. Tra quei fruscii, rincorse e giovanissime esperienze di volontariato è scaturito, anni fa, il desiderio di intraprendere il mio percorso di studi in Scienze dell’Educazione e di continuare ad approfondire la mia trasformazione nell’ambito della Progettazione Sociale e Pedagogica.
Ho avuto la preziosa occasione di sperimentare, quel senso di comunità e condivisione che guida lo spirito e l’impegno di RTM, in cui ho potuto riconoscere le sfumature del mio riflesso, in questi ultimi quattro anni, lavorando come educatrice in una struttura per minori adolescenti, apparecchiando scene educative non per rimanerne spettatrice, ma per costruire un fare e uno stare insieme, prossimi all’Altro, autentico e generativo, tra la cura dei riti e ritmi quotidiani; lo stesso contributo che auspico di poter tracciare in questo anno di fili intrecciati a Prishtina, nei progetti di RTM.
Respiro,
ora che l’entusiasmo penetra nel corpo, in questa partenza così prossima e in queste paure afose, sapendo che è arrivato il momento di raccoglierle e trasformarle in spinte per il cammino, sapendo che ogni strada non è mai uguale a un’altra, certa che ogni curva riserverà sorprese inaspettate ed ogni salita sarà costellata di sassolini, erba e macigni dai pesi e dalle forme più disparate.
Respiro,
con le spalle madide di sudore che bruciano sotto il peso dello zaino. Lì ci sta tutta l’attrezzatura. Ho dimenticato qualcosa o avrò lasciato di proposito quello spazio vuoto?! Ricentro il mio sguardo, grata perché mi è concesso di non sapere ancora, ma solo di scoprire e ascoltare.
Sintonizzo con rispetto i miei passi con quelli di chi condividerà e mi accompagnerà in questa esperienza, desiderosa di incontrare e accogliere questo mio nuovo abitare.