Kosovo, Volontariato

RIENTRO ARBESA

Arbesa è rientrata dopo un anno di Servizio Civile in Kosovo. È passata a trovarci e ci ha parlato della sua esperienza

Bentornata Arbesa! Come va? Come è stato il rientro?
Sto bene, però il rientro è stato traumatico. Me lo aspettavo diverso,  ma è passato un anno e tutto è andato avanti e questo non lo avevo messo in conto.
Sono cambiata, non sempre mi trovo con quello di prima. Certo è una cosa positiva, ma strana.
Sicuramente sarà un’estate diversa, di riflessione.

Com’è andata?
Ho lavorato per la prima volta! È stato molto difficile all’inizio, prendevo le cose più alla leggera. Dopo un anno in ufficio sono maturata sia nelle relazioni che sul lavoro.

È stato come ti aspettavi?
È stata una bellissima esperienza. Nonostante sia kosovara, ero partita con molti pregiudizi, che sono stati smentiti. Nonostante le differenze, ho trovato anche molte similitudini con l’Italia. Ho incontrato tante persone speciali.
Ho sentito molto vicina anche la mia famiglia, nonostante la distanza. Questa esperienza mi ha dato modo di capirli e apprezzarli di più.

La difficoltà maggiore?
Saper stare da sola, sia inteso senza la mia famiglia, sia sperimentare ad essere indipendente come gestire le cose di casa.
Ho avuto degli amici, però all’inizio ho dovuto imparare anche a fare delle cose da sola.

Una soddisfazione che hai ottenuto?
Avevo scommesso che non avrei resistito più di due mesi. Mi riempie di orgoglio a fare questa esperienza fino in fondo. Sono molto fiera di questo. Prima di partire avevo detto alle altre ragazze che avevo mille dubbi. Mi darei una pacca sulle spalle.
Vedo che anche la mia famiglia mi guarda in maniera diversa, vedono che sono diventata più grande. Questo mi fa molto piacere.

Un rimpianto?
Non aver espresso subito le mie paure e le mie ansie a Matteo, il mio responsabile; avevo paura del giudizio. Invece lui mi ha capito comunque, e mi ha dato il tempo e lo spazio di imparare e di crescere.

Un ricordo bello che hai?
Sono tanti!! Banalmente l’ultimo caffè con una mia amica, nel nostro posto abituale. Strano pensare in nove mesi di avere creato legami del genere.

Cosa ti senti di consigliare ai ragazzi che partiranno per il Kosovo?
Di essere molto curiosi, di chiedere, di conoscere le persone. Di non dare per scontato di conoscere. Cercare di essere il più estroversi possibile e di buttarsi!!
Sicuramente il fatto di conoscere la lingua mi ha aiutato, soprattutto all’inizio perché potevo fare dei discorsi più complessi, anche se in ufficio mi prendevano in giro per il mio accento italiano.

E ora, i tuoi progetti per il futuro quali sono?
Inizio una nuova sfida, la laurea magistrale in Svezia. Ho scelto la Svezia perché è il Paese in cui sono nata, sarà una nuova avventura!!

Grazie Arbesa! In bocca al lupo!!
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